«Abbiamo bisogno di un porto, di uno soltanto, sicuro, e da lì partire verso l’Indefinito.»
-F.Pessoa-
E a me è venuto questo commento:
a me risulta che ce l'abbiamo, il Porto sicuro...

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Ora faccio un altro passo e dico che se in un certo momento abbiamo un certo riferimento sollecitante, uno soltanto, "da grattare, da giocare, da cercare di far parlare il linguaggio della Realtà NON sotto manifestata", lo dobbiamo usare alla svelta, senza aspettare che ci arrivi necessariamente altra roba...

Allora, stanotte che è stata molto potente ad un certo momento ho fatto un sogno in cui Massimo e io andavamo in bici, e poi lui girava a destra e poco dopo le bici finivano nella neve, nella neve che arrivava prima alle caviglie e poi addirittura alla vita. Altro che pedalare...

Ma quello che di colpo "ho ricordato" stamattina, è che quel percorso ciclistico del sogno mi era familiare, perché ci sono stati altri sogni in cui veniva usata questa scenografia; sapevo che ad un certo momento cominciava la salita, sapevo che potevamo fare un giro intorno al lago per riscaldarci oppure no, insomma... c'erano vari dettagli che nel loro insieme formavano una trama, un "getto della Vita" con un suo cosiddetto "passato", una specie di casella della presenza in cui venivo immersa nel cosiddetto sogno.
Anzi, ora mi viene da dire che non sono sicura di aver fatto davvero altri sogni su quel percorso ciclistico... forse semplicemente "ricordavo" ... perché... i codici assegnati mi imponevano di "ricordare", di "sapere"...
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Comunque, quello che volevo mettere a verbale, è che anche se quei dettagli (del sogno o dei sogni, della "matrioska" dei sogni?


Ecco, questo concetto del Linguaggio della realtà... del Sistema delle immagini dello Spirito che vengono riflesse e riprodotte nei movimenti che formano la realtà..., delle linee della ricerca dello Spirito che formano e ri-formano "le trame" degli eventi... a quanto pare, è una cosa fondamentale per formare con la Vita tutt'un altro rapporto, basato sugli equivalenti non generici.Irinushka wrote:
In un certo senso non so nemmeno cosa scrivere, perché quello che sto vivendo di notte (non tutte le notti, ma stanotte sì) "nell'aldilà" terrestre alternativo ha i sensi e l'organolettica e la grafia della Forza così diversi da non poterli riprodurre né descrivere né trasmettere tornando di qua...
Sono proprio due linguaggi - intrecci esistenziali diversi...
Il Linguaggio maturo che forma la soggettività matura (evoluta) e l'oggettività matura (evoluta)...
O, più correttamente, possiamo dire che la soggettività matura è in grado di co-creare l'oggettività matura...
Quindi il landscape esistenziale della nuova dimensione terrestre non può essere uguale per tutti...
Però ha/avrà comunque alcune costanti, tra cui la Volontà Trasformativa del Creatore...
E in generale quello che Lui esprime come "Il mio posto è qua".
Per poter unire i nostri rispettivi motori di ricerca con il Suo, ci dovranno sostituire il Linguaggio, il sistema delle immagini e delle equazioni che sono alla base del "cercare"...
E soltanto Dio può farlo (anche attraverso gli attachment e altre tecniche di cui non sappiamo ancora niente), perché è una Sua prerogativa...
E la nostra prerogativa qual è?
Direi, di collaborare, di collaborare alla grande... possibilmente dimenticando se stessi di prima, gli attribuiti che formavano il senso del sé nel vecchio film, nella vecchia esposizione della realtà, visto che ormai siamo nel Sequel...

Dalla mia mail privata di stamattina:
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La mia sensazione sempre più forte è che dagli esseri umani non dipende quasi niente, cioè, permettersi di "stare con Lui" è l'unica vera Scelta che loro possono fare per uscire da questo incubo della forza a bassa potenza, dalla realtà sotto sviluppata...
Ovviamente questa Scelta vincente a sua volta si esprime attraverso tante scelte che si presentano every "non più day"...
