Provo a buttare giù – su

qualche pezzo del mio corrente sentire – non sentire (
e cioè, dell’apparente vedere – possedere nel mio raggio percettivo corrente un sistema delle azioni che i miei sensori e principi, gli organi e rappresentanti della mia Convenienza ritengono trascurabile… sempre più trascurabile).
Questo Capodanno.
Io l’ho vissuto in un modo estremamente snellito: niente fumo – fronzoli – intrecci/accompagnamenti vuoti – parole vuote…
Prima delle sedute mi sentivo piatta, spenta, “non qui”…
Poi già nella prima e soprattutto nella seconda seduta (con il Creatore) il Campo era fortissimo… e io stavo - vivevo – mi espandevo – mi focalizzavo lì dentro… ero indubbiamente dentro la mia condizione naturale… dentro il mio habitat naturale…
Dopo una simpatica cenetta

e dopo aver onorato la sequenza – evento – passaggio di mezzanotte mi sono di nuovo sentita “altrove, non qui”… poi però, abbiamo ancora messo in viva voce Volodia che… ha voluto parlare di me

… le considerazioni che non è che sono proprio nuove per me (le so – sento da anni), solo che ora ho la sensazione crescente che un nuovo regime (della mia presenza) si stia proprio accendendo… Non senza la mia partecipazione ma non affatto soltanto grazie ad essa…
Ieri, il primo gennaio abbiamo fatto la seduta con Marcella (in questi anni è diventata quasi una tradizione fare qualche seduta, qualche dialogo con il Campo il primo gennaio, contribuisce ad impostare - radiografare l’anno che è iniziato… a sollecitare - far parlare il VOLUME che cambia, che aggiorna i suoi profili e “
luci di posizione”, che crea nuove corrispondenze… nuove tarature … nuovi propulsori interiori ed esterni…)
E siccome il Campo sollecitava ancora a fare ulteriori immersioni – approfondimenti, ieri sera abbiamo poi fatto un altro “giro” con Massimo, di cui lui ha fatto un riassunto meraviglioso nella sputnik mail…
Ora, a day after e dopo averci dormito su, che cosa posso, che cosa sento il bisogno di esprimere “per conto mio”?
Stanotte, tra un sogno e un altro, è transitata questa parola, un riferimento in salsa francese

:
Croissant.
Croissant che si scompone in
croix e
sang oppure anche
saint. Sotto spiego meglio...
Dal riassunto di Massimo:
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Per parlare dei nostri movimenti in questa realtà che ci appare sempre più vuota è stata introdotta la metafora del secchio vuoto e, associata ad essa, la metafora di muovere la mano/il braccio nel secchio che ormai sappiamo essere vuoto.
Il secchio è vuoto o, quantomeno, pieno di cose che non sappiamo quanto siano reali, quanto illusorie, quanto destinate a scomparire quando la realtà tridimensionale svanirà, cioè perderà importanza ai nostri occhi perché percepiremo sempre più il VOLUME.
Apro una parentesi per sottolineare questo punto: la mia domanda era appunto sulla questione della prossima sparizione della realtà 3D che era uscita sia nella seduta di Marcella che all’inizio del nostro collegamento: in realtà, non è che ad un certo punto svanirà la realtà tridimensionale, piuttosto siamo noi che, scoprendo sempre più il VOLUME, percepiremo sempre meno la realtà come la percepiamo adesso e quindi in pratica questa scomparirà ai nostri occhi. Direi che questo si ricollega a quello che diceva il Creatore a Capodanno: non sono io che devo apparire qui, siete voi che dovete vedere che ci sono… (chiusa parentesi).
Quello che vediamo nel secchio non possiamo sapere (per ora) quanto sia rappresentativo del VOLUME. Non possiamo sapere quanto sia distorto, o anche in realtà inesistente, oppure al contrario parte reale del VOLUME, anche se comunque parte molto minoritaria (perché il dato quantitativo è che la realtà che vediamo è una parte molto piccola del VOLUME).
Si parlava di secchio vuoto perché la rappresentazione umana della realtà, con il suo sistema di azioni, motivazioni, rapporti di causa/effetto, scopi, appare ai nostri occhi sempre più vuoto e sempre meno interessante o adatto a fornirci degli stimoli per l’esistenza e per i nostri movimenti.
Ma, invece e ciononostante, si tratta di muovere lo stesso la mano nel secchio vuoto, non per acchiappare quello che i nostri occhi ci mostrano e che ormai consideriamo vuoto, ma per fare dei movimenti che ci portino ad acchiappare degli agganci al VOLUME, alla realtà del Cosmo-Terra.
Per ottenere questo risultato dobbiamo abbandonare completamente le aspettative umane solite, le aspettative di ottenere dei risultati nel sistema tridimensionale e nel sistema dei riferimenti umano. Ad esempio, fare un movimento con lo scopo/l’aspettativa di guadagnare i soldi che ci servono per vivere… magari, facendo un certo movimento, guadagneremo anche i soldi che ci serviranno per vivere, ma non deve essere quello il nostro scopo, il nostro pensiero, mentre facciamo quel movimento. In generale non dobbiamo fare un movimento aspettandoci un feed-back nel sistema delle coordinate umano.
Dobbiamo fare ed osservare il nostro movimento per il movimento, sentire che la cosa reale è che noi, mentre facciamo il movimento, esistiamo, sosteniamo l’Esistenza e non il mondo tridimensionale e le sue regole di causa/effetto.
Ci dobbiamo muovere in quello che possiamo definire un modo totalmente disinteressato (rispetto al sistema umano), ma non casuale, caotico o senza alcun senso: usiamo, per forza di cose, i riferimenti che ci sono accessibili e che sono strettamente collegati al mondo tridimensionale umano, pur sapendo che sono, diciamo per brevità, illusori o probabilmente molto poco reali, però ci scolleghiamo completamente dalle aspettative della realtà umana che ha chi fa quei movimenti essendo totalmente immerso e partecipe al sistema dei riferimenti umani e della realtà tridimensionale.
Il nostro scopo, mentre ci muoviamo in quel modo, è quello di scoprire il VOLUME, di cercare degli indizi del VOLUME, è quello di osservare il nostro movimento e, da quell’osservazione, estrarre degli sprazzi del VOLUME e poi usare quegli sprazzi per ricostruire un’immagine sempre più completa del VOLUME.
In pratica, altra metafora, la realtà umana deve essere per noi come un cartello stradale che indica la direzione verso la realtà reale, verso il VOLUME, non come se fosse lei la meta o la realtà reale. In pratica è come se noi adesso stessimo osservando un cartello stradale con scritto PARIGI e pensassimo che quel cartello fosse proprio PARIGI…
Quando avremo superato questa fase e percepiremo sempre meglio il VOLUME (e quindi la realtà ci apparirà piuttosto diversa, per usare un eufemismo), allora potremo incominciare a pensare ad investire davvero in un’attività, in un’impresa, in un qualcosa che non sarà più per niente appoggiato sulla realtà tridimensionale, sull’approccio umano all’esistenza e sulla forza di gravità/pesantezza del sistema di riferimento umano.
Questa indagine non dovrebbe essere una questione troppo lunga, si parla di qualche settimana durante le quali avremo frequenti contatti e dritte e indicazioni.
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La metafora del
secchio vuoto mi torna molto.
Quello che conta è l’azione scelta quando si immerge la mano/il braccio, quando si muove – fa oscillare la mano dentro il secchio, dimenticando (o “dimenticando”, se preferite) la sagoma, l’attuale significato del secchio, consci di possedere soltanto queste due cose:
1) Se stessi, la propria mano che si muove e di conseguenza crea qualcosa di indubbiamente reale e di autentico (è questo l'atto di Fede)
2) Il VOLUME: un mondo diverso, una terrestricità dalle dimensioni e consapevolezze e sembianze diverse, una terrestricità che non corrisponde e non risponde all'appello della “tridimensionalità” e degli stati – vedute umani.
Un'altra cosa è che il nostro movimento deve essere naturale, dobbiamo muoverci nel NOSTRO modo, per permettere alle oscillazioni del Cosmo – Terra che noi naturalmente possediamo - generiamo (con il nostro naturale muoverci) di farci agganciare ad un’altra esposizione della Vita, quella in cui
Croissant (l’attuale contenuto del secchio) si trasforma in
Croix e
Sang oppure anche
Saint , in immagini – condizioni della densità molto diverse… dentro un sistema motore molto diverso…
E succede non solo ad un Croissant

, ma ad ogni cosa, a qualsiasi immagine - impressione dell’attuale ambiente della Vita umano… siamo pronti, siete pronti per questo?
Perché è questa la libertà (tra vari aspetti della libertà, sollecitati nei messaggi del Capodanno, c’è anche la libertà di apparire - scomparire, la libertà di andare - essere oltre le attuali forme e facciate dell’attuale rifrazione della luce del mondo), la sfida, è questa la rampa di ingresso, è questo il guado – il ponte – la traiettoria principale degli eventi…
Usare il secchio, dimenticandosi delle sue sagome e significati correnti (irritanti e/o piacevoli), usare il secchio come uno spunto – trampolino – spostatore che permette ai nostri movimenti di approdare – atterrare – apparire altrove.
E di portarci “il bottino”, dei pezzi ancora sparsi e disordinati (o magari anche ordinati, in un sistema dell’ordine che ancora non riusciamo a percepire?) delle conferme tangibili e convincenti che un altro ambiente, un altro sistema della Vita nella terrestricità esiste, esiste davvero…
Lasciare che questi “tesori”, questi pezzi e i germogli raccolti spontaneamente “sull’altra sponda” ci conquistino…
E poi, quando ne avremo in quantità sufficiente, scegliere, in quale area – corrente – trama della Tutto - Narrativa investire se stessi e i propri slanci, in quale “dove” Cosmo terrestre esprimere la nostra Libertà primordiale come un’autonomia concreta e circoscritta, come un regime - volume arredato con un certo numero di grandezze e di profili...
"E lanciate, gettate
Almeno un’asta, verso l’altra estremità del ruscello.
Oppure usate un guado per passare:
Di guadi ce ne sono, se uno si mette a cercarli.
Oppure passate a nuoto:
Così diventerete famosi."
http://vo.irinushka.eu/costruite-costru ... ition_here
(ieri mattina questa canzone mi suonava dentro... la trovo ancora più azzeccata di prima, se possibile...)
Ancora una precisazione.
Questo riferimento del
Croissant, che potrebbe trasformarsi in tutt’un altro genere di cose, secondo me, vuol attirare l’attenzione sull'importanza dell’acustica, delle assonanze acustiche e (tutto ciò di cui Volodia è il portatore e il promotore eccezionale

).
L’ordine dei suoni e l’ordine della realtà.
In qualche modo i
Croissant: le attuali forme e formati della densità attualmente espressa - percettibile (o che risulta espressa - percettibile) tendono a trasformarsi (proponendo altri formati e configurazioni della densità) usando le chiavi acustiche, i passi - movimenti dei suoni (e mi sa che sta nascendo un nuovo alfabeto dei suoni).
Sarà l’acustica ad aiutare a scoprire - estrarre - formare nuovi significati.
Magari, come in questo esempio,
Croix e
Sang oppure anche
Saint possibili interpretazioni acustiche e di conseguenza possibili illustrazioni "in carne ed ossa", saranno multiple, non univoche, specie se possederemo – accenderemo un alfabeto dei suoni molto più …
mitico…
Ma comunque, tutti queste manifestazioni dense e tangibili sono, saranno sempre relative, e andando avanti si apriranno altre viste e ci saranno altre sviste

...