ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

mirella
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ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by mirella »

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Cammino, ricerco e vivo il senso di unione, di coesione, mettendo in contatto, in collegamento diretto il sopra col sotto, il dentro col fuori e via così discorrendo, di dicotomia in dicotomia.
Questo errare è "sincero" quando l'ala razionale di noi stessi viene ben utilizzata, e cioè in una modalità di continuo scambio con la sua controparte, cioè in continua comunicazione con l'ala irrazionale; questo agire mi dà la possibilità di osservare gli "avvenimenti" poco visibili, o poco riconoscibili. Qualsiasi sfaccettatura dell'esistere è un "buon punto di osservazione" e di stimolazione e la visione "plastica" o sferica diviene fondamentale per poterci muovere con fluidità attraverso le esperienze. Nell'"avvitarsi" l'un l'altro, unite, queste forze creano reale apertura, permettendoci di divenire canale di mediazione-testimonianza della forza creativa e creatrice che in ogni parte riproduce questo identico movimento ondulare, (come del resto afferma anche Irina).
Sovrapporre questi vortici, far sì che possano avere un diretto e continuo scambio energetico ci permette di lasciar giungere a noi l'intuizione ma anche di saperla "leggere" o meglio ancora, decodificare correttamente e far divenire esperienza quanto canalizzato e di conseguenza poter "sorridere". Esperienza che è appunto la consapevolezza, come ho detto qualche giorno fà, di esistere, di essere vibranti, di portare "guarigione" in noi e intorno a noi.
Mi sembra che questa coesione, è cioè l'amore, che si esprime attraverso un atteggiamento di "tenerezza" sia il metallo alchemico da sempre ricercato, che unifica e rivela al contempo. Questo atteggiamento di tenerezza parte da noi stessi, dal consapevole ascolto del nostro star bene, cioè aperti, rilassati e in condizione di espansione e condivisione con tutti i nostri livelli. Tutto il resto viene da sé, io devo solo (si fa per dire! :-) ) mantenere l'accordatura.
Affinchè questa energia possa davvero esprimersi limpidamente attraverso la tenerezza è molto importante posizionarsi alla giusta distanza, lasciando andare, come fossero palloncini ormai inutili, tutti quegli intensi sentimenti (i più svariati) che ci mantengono in una condizione di rigidità, di attaccamento, di fissità (aderendo a condizioni o abitudini che ormai sono esaurite, sfinite e che ancora ostruiscono l'accesso alla fluidità del sentire-pensare).
Quindi questa condizione di equilibrio (cioè essere in movimento, accordando lo strumento, come propongo nella mia piccola visione pittorica "accordo lo strumento che suona da sé") è in realtà un loop di energie, infatti tanto quanto ricevo, emano e lo spazio-tempo che intercorre tra la ricezione e la trasmissione è il mio esistere come canale aperto. Questo Vivere mi porta a ricevere gioia tanta quanta ne riesco a lasciar fluire da me verso l'esterno, e questo atteggiamento morbido o, come dicevo poc'anzi, tenero, mi permette di pormi nella condizione di rilassamento, di vicinanza-distanza che mi porta ad avere un sincero atteggiamento di equanimità-apertura. Questa è la possibilità che cerco di "donarmi" costantemente, (anche se spesso inciampo in impedimenti ed incrostazioni che appunto ostruiscono il passaggio e di conseguenza il libero fluire ininterrotto dell'energia prodotta delle infinite armonie dell'amore). Vivendo le esperienze, senza lasciarmele scorrere addosso ma lasciandomele fluire dentro, divengo sempre maggiormente consapevole di questa straordinaria chance di "sentire di essere luce".
Vivere pienamente il senso di pace-apertura, divenire sempre più sensibile della pace che deriva dall'assenza di vibrazioni di paura, è proprio la capacità di abbandonarsi alla consapevolezza dell'esistere centrati e canalizzanti.
Quanto all'occhio disattento non balza alla vista, viene invece scorto da coloro che si danno la possibilità di essere sensibili alla reale condizione naturale di entrare in risonanza con altre essenze. Allora quello che in maniera superficiale potrebbe dirsi casualità, diviene constatazione della nostra capacità-possibilità di vibrare o meno in accordo col nostro cuore, punto di incontro o crogiolo energetico di trasformazioni, come dicevo prima, di alchimie, e di entrare in vibrazione con altre intensità luminose a noi affini.
Poiché l'energia di per sé è neutra (o neutrale!), a noi spetta l'arduo compito (visto il continuo bombardamento di energie disarmoniche che ci circonda) di far in modo che l'energia "in accordo" armonico si manifesti, e nel manifestarsi crei calore e gioia. Il senso di infinita gratitudine è il risultato di questo atto, al contempo minimale, essenziale sebbene così profondo, e lo possiamo esperire solo vivendo vicini a noi stessi, facendo brillare quotidianamente i canali di trasmissione, mantenendoli limpidi e divenendo sensibili alle differenze, calmi, in atteggiamento ricettivo, accogliente e creativo.
Auguro ancora a tutti un Nuovo Anno pieno di fluida apertura!!!

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Irinushka
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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by Irinushka »

mirella wrote: ... divengo sempre maggiormente consapevole di questa straordinaria chance di "sentire di essere luce".
Mirella, tanto di capello per aver coraggiosamente provato ad esprimere l’“inesprimibile”! :)

Con queste tue riflessioni mi hai dato un ottimo spunto per continuare a “grattare” la superficie, scoprendo gli strati del quadro sottostanti.
Cito qui alcuni frammenti del mio post che risale a due giorni fa:
Irinushka wrote:Direi che una delle parole chiave per interpretare le novità in corso è senz’altro la parola RIFRAZIONE.
La nostra Terra è stata “eccitata e riscaldata” a tal punto che ora la sua materialità è in grado di comunicare con la luce in modo diretto, di condurre la luce, di rifrangere la luce, di metterla a terra, di riprodurla nei propri look e nei propri movimenti.

Se prima la vita sul piano fisico scorreva su una specie di suolo “non cristallizzabile”, non eccitabile dalle onde luminose, e perciò impossibilitato a ridistribuire e riprogrammare i suoi baricentri correnti ubbidendo ad un “comando spirituale”, ora il nostro pianeta, con tutti i suoi annessi e connessi, è stato preso in un enorme e potentissimo “abbraccio di cristallo”. :D

In queste nuove condizioni sul palcoscenico della “terravisione” devono per forza arrivare nuovi protagonosti e questi nuovi protagonosti siamo noi, nella nostra nuova veste dei “portatori dello spirito” e dei potenziali “trasformatori della luce”.

Le prospettive sembrano grandiose e bellissime, ma proviamo a scavare un po’ più a fondo dentro questo nostro nuovo regime esistenziale.

Chi siamo? Da che cosa veniamo alimentati? Quali sono le basi oggettive della nostra nuova legittimità?

... Invece qui crolla tutta la piramide, sparisce ogni gerarchia, perde la sua validità qualsiasi “sentito dire”, sia laico che esoterico o religioso, e a questo mega-terremoto del massimo grado di intensità non può sopravvivere alcuna forma di stabilità esistenziale, non importa se reale o illusoria.

Dovremmo ricostruire tutto, tutti i nostri significati esistenziali, partendo dalla “tabula rasa”. E per affrontare questo compito, per diventare naturalmente dei "residenti legittimi" della nuova realtà, innanzitutto dobbiamo rinunciare a tutto ciò che è superfluo per noi. Superfluo nell'ampio senso del termine: non devono essere necessariamente delle cose o delle persone, ma piuttosto delle abitudini, delle aspettative, dei riti, dei modelli comportamentali, dei significati, e anche alcune parole (quelle che non hanno più voce in capitolo, “non conducono più da nessuna parte”), insomma tutto ciò che non è alimentato dalla nostra unica ed originale natura ondulare in via di espansione.

È tempo di rinunciare a tutto, per aver tutto.
Vi ricordate “L’ultima foglia” di O.Henry?

Ecco un link per rinfrescare la memoria:

http://www.giochidiparole.net/Traduzion ... fault.aspx" onclick="window.open(this.href);return false;


I nostri abituali appoggi esistenziali cadono come le foglie autunnali – uno dopo l’altro, lasciando l’albero della realtà tridimensionale sempre più spoglio, sempre più grottesco e creando in molti di noi un senso di angoscia e di impotenza: “Che cosa mi succederà quando non avrò proprio niente su cui appoggiarmi? Nessun codice esterno dello stato giusto delle cose attraverso cui leggere, manifestare e legittimare me stesso?”

Una bella domanda, a cui veniamo sollecitati con la massima urgenza a trovare delle risposte "che funzionano". E come e sopratutto dove le troviamo :?:

Attraverso la scoperta di sé stessi nuovi, attraverso un nuovo atteggiamento verso sé stessi che parte DA ZERO.
Non c’è più niente nel nostro passato che potrebbe esserci utile nel nostro attuale qui ed ora, nella nostra nuova realtà multidimensionale, niente che potrebbe aiutarci a percepire questo nostro nuovo status dei portatori della luce e dei manovratori della luce; anche perché, a livello del comando centrale, a questo punto “gli Archivi della vecchia percezione umana sono stati aperti e sparsi ai quattro venti”.

Dovremmo scoprire e costruire nuovi algoritmi per fissare i nostri obiettivi esistenziali e le condizioni della nostra presenza nel mondo.
Dovremmo “inventare” nuovi codici e nuovi input da assegnare agli eventi per farli succedere. :)

E questi codici “infiammabili”, i “pattern e i comandi vibrazionali” che ci aiuteranno a propagare fuori il nostro spirito e la nostra luminosità interiore e a metterli a terra, esprimendoli nei look e nei movimenti del piano fisico, li abbiamo già a portata di mano, solo che non sappiamo ancora come inquadrarli.

Ed è proprio questo che dobbiamo imparare, e possibilmente alla svelta, perché “l’ultima foglia” della nostra specifica realtà tridimensionale in via di estinzione (quella non autentica, ma dipinta artificialmente per noi, allo scopo di darci un lasso di tempo, una tregua di cui abbiamo bisogno per svegliare e tirare fuori il nostro spirito giusto), potrebbe comunque non durare tanto a lungo.

A proposito, il fatto che la parola “Spirito” e la parola “spiritoso” abbiano la stessa radice, non vi suggerisce niente? :)

Ridere, Sorridere, Gioire prendendo spunto anche dalle piccole e banalissime cose è un’ottima tecnica per aiutare il nostro spirito a “disimballarsi” e ad entrare in campo come un giocatore attivo a tutti gli effetti… :)

E un'altra considerazione per concludere. Provate ad attribuire un maggior peso a quello che riuscite a vedere "con la coda dell'occhio" (intendo un normale occhio umano, non il terzo occhio, lasciamo perdere l'esoterismo, che altro non è che "la neve sciolta del giorno di ieri"), invece che a quello che percepite "in maniera frontale". Perché è molto probabile che sarà proprio "la coda dell'occhio" a portare dentro il vostro campo visivo esistenziale le eccitazioni e i "pre-sensi" di cui voi avete così tanto bisogno per mettere in piedi il vostro specifico "orto delle meraviglie"... :)
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Lalla
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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by Lalla »

GRAZIE Mirella :shock: ,un grande abbraccio

Luca
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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by Luca »

Stimoli molto belli, grazie!
Non ho da contribuire con molte parole ma con un'immagine ed un ricordo:
l'onda arriva, si muove, si trasforma ed è una forza che dona, smuove, trasforma.
Da piccolo mi piaceva fare un gioco....aspettare un'onda....tuffarmi nel suo stesso senso e farmi trascinare sino in spiaggia dalla sua forza cercando di "contribuire" al movimento complessivo: mi stavo già allenando?
era un gioco gioioso in cui trovo molti elementi che potremmo utilizzare anche noi in questo "nuovo sistema".
Con Gioia e Sorriso (come mi ricorda anche Irina!) tuffarsi nel senso dell'onda....e riemergerne sulla riva trasformati e felici!
:D

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Irinushka
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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by Irinushka »

mirella wrote: Mi sembra che questa coesione, è cioè l'amore, che si esprime attraverso un atteggiamento di "tenerezza" sia il metallo alchemico da sempre ricercato, che unifica e rivela al contempo. Questo atteggiamento di tenerezza parte da noi stessi, dal consapevole ascolto del nostro star bene, cioè aperti, rilassati e in condizione di espansione e condivisione con tutti i nostri livelli. Tutto il resto viene da sé, io devo solo (si fa per dire! :-) ) mantenere l'accordatura.
Vorrei complimentarmi ancora, posso? :)

L’atteggiamento di “tenerezza”, come avevo scoperto anch’io in modo empirico, è proprio questa chiave universale che magicamente trasforma un “Tutto astratto” in un “nostro Tutto personale” (“My Whole”). Che ci permette di sintonizzarci su qualsiasi onda, incantandola e facendola “nostra”, rendendo tutto l’Universo testimone e partecipe dei nostri movimenti.

Ora, però, dobbiamo portare il discorso sul piano più pratico, dobbiamo sviluppare il nostro nuovo “know how” (letteralmente: “sapere come” :) ) esistenziale, dobbiamo passare dallo status dei creatori nominali della nuova materialità allo status dei suoi creatori ed ispiratori attivi.

Perciò, pur continuando a scoprire e a sviluppare ulteriormente la nostra personale arte magica di come mantenere meglio l’accordatura :) , dobbiamo anche provare a toccare le nostre interiori corde luminose, dobbiamo provare ad eccitarle in modo consapevole per rifrangere all'esterno questo o quel motivo (o criterio) della nostra felicità interiore, in modo che esso “si solidifichi” fuori e inviti il mondo a fare i conti con lui. :)
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Irinushka
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Le parole sono un trucco?

Post by Irinushka »

Da qualche giorno sento che la mia interazione con la Parola sta cambiando, è come se cercassi di mettere la Parola al servizio del mio specifico raggio d’azione, della mia specifica fattibilità, riflettendo nello stesso tempo le attuali correnti e tendenze dell'Onda trasformativa globale.

Qualcosa si sta gradualmente sviluppando dentro di me (come una fotografia), anche se, essendo io lo strumento (l’impianto energetico fatto persona :) ) in parte attivo e in parte passivo di questo sviluppo ottico, di questa rifrazione, faccio fatica a seguire il processo in modo lineare, ricalcolando dinamicamente “dove mi trovo ad essere presente”, perché mi trovo ad essere presente in più spazi e luoghi eccitabili contemporaneamente, come se vivessi “dentro un mega-concerto della fattibilità umana”, “dentro un mega-concerto dei tanti potenziali succedere”, e fossi impegnata a dialogare tête-à-tête con tutti questi vari "play" e le loro rispettive tarature.

Sento che in qualche modo devo confrontarmi con tutta questa musica e questa massiccia eccitabilità ed accensione nascosta dietro le quinte, contribuendo a “centrarla”, a reinterpretarla e a “stabilizzarla”, in modo che essa possa fluire nello spazio vibrazionale del piano fisico attraverso particolari condotti e chiuse.

E, prima di tutto, attraverso la Parola, la Parola espansa …

Sento che la Parola sta diventando un catalizzatore e un puntatore diretto verso gli eventi (verso “i nostri eventi miracolosi”), però il compito di assecondare e di “far rendere” questa sua caratteristica naturale spetta a noi, e noi come dobbiamo regolarci per separare la sostanza (un particolare regime del pensare - agire) dai vari fronzoli e contorni non conduttivi?

Magari, davvero, come suggerisce Francesco Tricarico, bisognerebbe “per un momento far saltare tutte le parole” (dimenticarsi della loro esistenza)? :)

Francesco Tricarico La pesca

http://www.youtube.com/watch?v=7yuOCIo2O14

E poi riabilitare di nuovo l’uso della parola, ma su un’altra base, trasformare la parola nella manifestazione delle nostre oscillazioni primordiali, nel respiro del nostro spirito.

In questo modo le parole non saranno più “un trucco”, ma saranno “oscillazioni che parlano”, aprendoci il cervello, invece di chiuderlo, aiutandoci a trasformarci in esseri umani completamente manifestati.

Riporto qua sotto il testo della canzone, perché, almeno per me, è importante vedere le parole e non soltanto sentirle.

"Se mangi una pesca e poi levi la parola pesca
Quello che rimane è meraviglia
Quello che rimane è una scoperta
E così se ti do un bacio e poi levo la parola bacio
Quello che rimane è meraviglia
Come prendere il sole su una spiaggia bianca
Quante parole bisogna stare attenti alle parole
Che possono essere pericolose
Che possono chiuderti il cervello
Portarti via là dove fa freddo
Anche se oggi è giugno e splende il sole
E' una rivelazione ogni colore
E questa sera che mi porta via lontano
Dove i sensi sono immensi, ricchi, splendenti, lucenti e...
Quanta tenerezza, scorre nella vita la salvezza
Apro le mie mani con dolcezza
E lascio che si posi ogni stella
Se ne vada via ogni dolore
E possa diventare gioia e amore
Se ne vada via ogni tristezza
Perché questa sera c'è una festa
E così ora guardo nei tuoi occhi
Ma proprio dentro in fondo ai tuoi occhi
Poi all'improvviso levo la parola occhi
E sono in un nuovo spazio immenso
E ora prova solo un momento
A far saltare tutte le parole
Sarà un'esplosione come il sole
Come trovare la luce e la purezza
E così i sensi bisogna riscoprire tutti i sensi
Olfatto, vista, tatto, gusto, udito
Per inventare un mondo più bello
Pieno di magie e di scintille
E d'intuizioni e mille scoperte
Perché le parole sono un trucco."
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Luca
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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by Luca »

Un abbraccio a tutti inanzitutto!
come avrete notato sono meno presente sul forum è c'è un motivo di dinamica interiore.
In questo periodo sto procedendo a ciò che io ho chiamato "pulire la lavagna".
La lavagna dove io avevo scritto le mie aspettative (da me stesso e dal mio proceso di evoluzione) ed i programmi.
Usare la mente e la "lavagna" dove progettare il proprio movimento in questo passaggio è semplicemente..fallimentare.
Non abbiamo riferimenti ma la cosa fondamentale è avere la liberta di viversi :)

Sto lasciando andare parti di me oramai non più utili .....comprendendole..amandole ma lasciandole andare come "figli in viaggio" che troveranno il proprio sviluppo in autonomia........per accoglierne altre nuove e strabilianti (come meraviglioso è ogni nuovo nostro aspetto che si sta manifestando)

Il mentale necessariamente è in uno stato di inadeguatezza a ciò che viene dettato dal nostro vero Essere ampio ed in attivazione.

Questo porta anche ad un silenzio perchè se è pur vero che la parola è uno strumento potente trovo che per me il silenzio permette di viversi al meglio il processo.

Parole e silenzio: azione e quiete.

Un suggerimento che tramite Irina mi venne un pò di tempo fa e che trovo davvero importante! :)

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Irinushka
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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by Irinushka »

Ciao, Luca!

Un abbraccio anche a te! :)

Stavo per scrivere una considerazione sul silenzio, ma poi ho deciso di lasciar perdere, per non interferire con le tue attuali “accensioni”… :)

Ascoltare direttamente le cose che stanno succedendo, mentre stanno succedendo; ascoltare il proprio regime di stabilità e la propria colonna sonora in via di espansione, e … smettere di comportarsi da gentiluomini con la propria mente, chiedendole rispettosamente il suo parere al riguardo. :)

"...Quanta tenerezza, scorre nella vita la salvezza..." :)
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Daniele
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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by Daniele »

Irinushka wrote:Ascoltare direttamente le cose che stanno succedendo, mentre stanno succedendo, e … smettere di comportarsi da gentiluomini con la propria mente, chiedendole rispettosamente il suo parere al riguardo.
perchè la mente mente... :mrgreen: :mrgreen:

stefano
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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by stefano »

la vera "jihad" e le lotte metaforicamente descritte in ogni libro sacro hanno a che fare con il mondo interiore umano e con la propria mente.
che come dice Daniele normalmente "mente" sino a che non è "al servizio" di altro

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Irinushka
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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by Irinushka »

Irinushka wrote:… Qualcosa si sta gradualmente sviluppando dentro di me (come una fotografia), anche se, essendo io lo strumento (l’impianto energetico fatto persona :) ) in parte attivo e in parte passivo di questo sviluppo ottico, di questa rifrazione, faccio fatica a seguire il processo in modo lineare, ricalcolando dinamicamente “dove mi trovo ad essere presente”, perché mi trovo ad essere presente in più spazi e luoghi eccitabili contemporaneamente, come se vivessi “dentro un mega-concerto della fattibilità umana”, “dentro un mega-concerto dei tanti potenziali succedere”, e fossi impegnata a dialogare tête-à-tête con tutti questi vari "play" e le loro rispettive tarature.

Sento che in qualche modo devo confrontarmi con tutta questa musica e questa massiccia eccitabilità ed accensione nascosta dietro le quinte, contribuendo a “centrarla”, a reinterpretarla e a “stabilizzarla”, in modo che essa possa fluire nello spazio vibrazionale del piano fisico attraverso particolari condotti e chiuse.
Direi che sto andando avanti alla grande nello sviluppo di quello che c’è (sia a livello mio personale, sia nella modalità: “è un piccolo passo per me, ma un passo enorme per tutta l'umanità” :) ).

Sento di avere a disposizione diverse “potenziali dritte”, o chiavi di lettura, che, però, sono ancora “grezze” e inoltre dobrebbero essere interconnesse, anzi, amalgamate insieme.

Comincio ad elencarne qualcuna, e poi…staremo a vedere… :)

Qualche giorno fa, scrivendo nel topic del forum inglese sulle persone con problemi mentali, mi sono trovata a tracciare questa sequenza:

Something like this sequence.

"Upriver we (all of us) have the oscillations and the wave principle (a primary condition of presence on the Earth), then comes the mental power level and then the “doable things” level.

If a person is mentally retarded and so has a very limited field of “doable things” and of ".exe" programs, does it mean that all his energy transmissivity sequence is wrong or deviated?

Or maybe it can exist some direct excitability connection, from the basic oscillations of his structure to the practical output level which is totally transparent for his mind and doesn't concern him directly?

A mentally retarded person as a representative of some energy exigency of our planetary “going and doing” which doesn’t need any form of mental focusing and understanding?"


Oscillazioni primordiali – livello dell’intendere e di volere (del potere) mentale – livello degli eventi, della fattibilità a livello pratico.

Accennando alla possibilità di collegare direttamente il livello a monte, quello delle oscillazioni primordiali, con il livello a valle, quello della fattibilità sul piano fisico, bypassando del tutto il livello del potere mentale, come se fosse trasparente, come se non contasse nella manifestazione della grandezza.

Dopo di che questo filo ha cominciato a srotolarsi ulteriormente, e stavolta relativamente a me stessa, e anche a tutti noi, portatori e portatrici delle menti "buone" e senza problemi; come una sensazione sempre più chiara della connessione diretta tra la condizione originaria “Io sono” e tutto ciò che questa condizione potrà/dovrà/vorrà combinare a livello del succedere dentro i meandri del piano fisico.

«Never mind...» Mai la mente...

E «la mente mente...»

E “ora prova solo un momento
A far saltare tutte le parole
Sarà un'esplosione come il sole
Come trovare la luce e la purezza
E così i sensi bisogna riscoprire tutti i sensi
Olfatto, vista, tatto, gusto, udito
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E d'intuizioni e mille scoperte
Perché le parole sono un trucco.”


Sento che dentro di me ci sono in corso dei processi di ricalibrazione e di ricablaggio che hanno a che fare con la cristallizzazione e la successiva promozione del senso del Padrone a livello delle oscillazioni primordiali, come se lassù mi stessero spuntando i miei veri sensi di orientamento terrestre: l’olfatto, la vista, il tatto, il gusto, l’udito, come se lassù mi stesse sbocciando qualcosa che praticamente mette la mia mente umana “fuori gioco”, rende nulle le sue pretese di interferire e di fare da padrona. :)

Anche se, in tutta sincerità, devo riconoscere che la mia mente è sempre stata molto poco volenterosa, le piace stare in letargo e/o avere poco traffico, e quindi non ha mai interferito un granché con le mie oscillazioni primordiali. :lol:
Però adesso, a quanto pare, sta proprio per essere cambiata tutta quanta la gestione, e questo mi fa sentire un po’ in apprensione; non è paura, ma piuttosto una sensazione quasi fisiologica simile a quella che ti viene prima della gara (nel mio specifico caso mi riferisco alle gare di sci alpino), oppure quando stai per tuffarti giù dalla cresta della montagna, usando una corda doppia. Una specie di eccitazione mista freddo a livello viscerale.

Sento diventare sempre più forte la condizione del «Begin; began; begun», dell’inizio degli inizi, di tante cose “potenzialmente iniziabili” che girano vorticosamente dentro di me e fuori di me.

E per accompagnare questa condizione così coinvolgente, così sconvolgente e anche così poco verbalizzabile continuo ad ascoltare più e più volte una delle mie melodie preferite:

Lonely Shepperd Gheorghe Zamfir

http://www.youtube.com/watch?v=sJlQHoki ... re=related
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Daniele
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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by Daniele »

Irinushka wrote:non è paura, ma piuttosto una sensazione quasi fisiologica simile a quella che ti viene prima della gara (nel mio specifico caso mi riferisco alle gare di sci alpino), oppure quando stai per tuffarti giù dalla cresta della montagna, usando una corda doppia. Una specie di eccitazione mista freddo a livello viscerale.
"Ma il senso della vita può non esser solamente un grande salto"

http://www.joost.com/082024o/t/Raf-Un-G ... Video-clip#

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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by Irinushka »

Ecco che Daniele ha tirato fuori dal suo cilindro magico un altro riscontro musicale praticamente perfetto e anche fatto molto su misura per me. :D

Per quel che riguarda il senso della vita, al momento preferirei non sbilanciarmi, perché la mia vocina interiore (quella che parla la lingua del Tutto) mi suggerisce di rimandare questo discorso a tra non molto… :)
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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by Daniele »

Irinushka wrote:Per quel che riguarda il senso della vita, al momento preferirei non sbilanciarmi, perché la mia vocina interiore (quella che parla la lingua del Tutto) mi suggerisce di rimandare questo discorso a tra non molto… :)
E chi ci prova a voler parlare del senso della vita, fossi matto !!! :mrgreen:
Era solo per sottolineare che in certi momenti può essere importante proprio fare il salto, attraversare la linea di confine, una cosa tipo "Hip Hip Opplà" :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

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Re: ASSEGNARE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO AGLI EVENTI

Post by Irinushka »

A proposito del senso della vita, l’altro ieri ho rivisto “L’ultimo bacio” di G.Muccino e devo dire che mi ha fatto un effetto assai struggente e forse anche un po' allucinogeno (come se guardassi un film di fantascienza, con dei modus vivendi e dei modus operandi "alieni" (in quanto separati dal regime della fusione con il Tutto che per me ormai è l'unica realtà veramente reale). :)



Un classico dell’era dell’uomo sotto-manifestato:
“… e allora la mia vita mi sembra niente male. In fondo non c’è nulla che mi manchi davvero. Davvero nulla. E allora è questa la felicità? Io penso di sì…”

C’è un tale contrasto tra questa dichiarazione del protagonista: “in fondo non c’è nulla che mi manchi davvero, davvero nulla”, e il sapere (profumatamente diffuso nell’aria) che, invece, gli manca una cosa enorme, fondamentale, gli manca il collegamento alla propria radice, gli manca la giusta prospettiva, gli manca un'ispirazione divina per questa sua presenza manifestata apparentemente così ben organizzata...
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